Il convento, il refettorio e i chiostri

 

Vista del porticato interno al Convento di Sant'Agostino

Sede del Museo è il convento di Sant’Agostino, fondato nel 1439 per accogliere la congregazione degli Eremitani di S. Agostino. Purtroppo sappiamo poco della prima fase edilizia del complesso monastico, che originariamente sembra fosse costituito da un insieme di edifici eterogenei, riadattati alle esigenze di culto e di vita quotidiana del convento. In un secondo momento fu intrapresa l’edificazione del chiostro settentrionale e successivamente del chiostro meridionale, conclusa con la realizzazione dello splendido refettorio affrescato da G. Pietro da Cemmo. Gradualmente al corpo di fabbrica principale furono aggiunti altri locali, nei quali trovarono sistemazione le dipendenze, la foresteria e la ricca biblioteca conventuale.

Nel 1797, con l’avvento dei Francesi e l’istituzione della Repubblica di Crema, il convento fu soppresso e destinato ad ospitare una caserma fino alla seconda guerra mondiale, alloggiando la cavalleria francese in un primo tempo, l’esercito austro-russo poi ed infine le armate del Regno d’Italia. Dopo il 1945 l'edificio fu destinato a diverse funzioni, fino a quando fu acquistato dal Comune e ristrutturato per ospitare il Museo.

 

Originariamente la chiesa del convento di S. Agostino sorgeva dove oggi sono collocate le nuove sale espositive (Sala Agello e Sezione di Archeologia Fluviale), nel complesso di edifici tradizionalmente denominato come ex magazzini comunali.  Alla fine del 1700, infatti, la neonata Municipalità di Crema determinò la soppressione del convento di S.Agostino per trasferirvi l'Ospedale degli Infermi e il convento fu utilizzato per alloggiare le truppe militari di stanza in città. La chiesa, ormai sconsacrata e utilizzata come scuderia, fu demolita nel 1811. Fino alla fine degli anni '90 e prima dell'intervento di ristrutturazione il fabbricato degli ex magazzini comunali è stato utilizzato dal Comune come laboratori ed officine per la manutenzione delle proprietà comunali. Della chiesa originaria si conservano ancora parte degli arredi, un organo ed alcune pale d'altare. Queste ultime, di proprietà degli Istituti Ospedalieri di Crema, sono oggi esposte nella Pinacoteca del Museo dove sono state fatte pulire, restaurare e catalogare nell'ambito del sistema SIRBeC della Regione Lombardia.

 


 

Il refettorio del convento: La sala Pietro da Cemmo

Immagine di un affresco della sala Pietro da Cemmo, refettorio dell'ex convento

Dal lato meridionale del secondo chiostro è possibile accedere alla sala dell’antico refettorio del convento, interamente affrescato nel 1507 da Giovan Pietro da Cemmo e dai suoi allievi, con grandi scene della Crocifissione e dell’Ultima Cena, lunette di spiccato sapore didascalico e celebrativo, rappresentazioni di Santi, Beati e dottori Agostiniani e ventiquattro tondi monocromi con Storie e Re biblici (per maggiori approfondimenti cfr. Ester Bertozzi in Insula fulcheria, 2013).

Attualmente la sala viene utilizzata come spazio per le conferenze.

 

 Nell'ex refettorio è inoltre esposta la sinopia de L'Ultima cena, che è così messa in diretto rapporto (quasi in dialogo, si potrebbe dire) con l'affresco di cui la sinopia rappresenta la fase preparatoria. La sinopia è infatti il disegno preliminare che l'artista eseguiva dopo aver realizzato sulla parete l'arriccio; sulla sinopia veniva poi steso l'ultimo strano di intonaco, su cui si realizzava l'opera vera e propria.

 

Le sinopie cremasche (oltre a quella raffigurante L'Ultima cena il Museo conserva anche le tre che compongono La crocefissione, l'altra grande scena che domina le pareti della sala da Cemmo) sono state staccate dal loro supporto originale e collocate su tela nel 1973: nel 1971, infatti, per procedere al restauro degli affreschi, si era provveduto a togliere questi ultimi dalle pareti, a restaurarli e, prima di ricollocarli, si era appunto provveduto ad operare lo strappo delle sinopie. Questi lavori sugli affreschi e sulle sinopie rientravano in quelli più vasti eseguiti sul complesso del S. Agostino a partire dal 1959 a cura dell'architetto Amos Edallo (e proseguiti anche dopo la sua scomparsa nel 1965), in seguito all'acquisizione dell'ex convento al patrimonio comunale ed alla sua trasformazione in centro culturale. 

 

 

La sinopia de L'Ultima cena

 

 

Un particolare della sinopia de L'Ultima cena

 

 


I chiostri

Vista di uno dei chiostri interni al Museo di Crema

Entrando in Museo e percorrendo il chiostro settentrionale si resta immediatamente suggestionati dalla geometria delle architetture e dalle forme gotiche degli archi ogivali dell’antico complesso monastico. Qui sono esposti documenti della storia cittadina recente, con iscrizioni, epigrafi e monumenti del XVIII-XIX secolo. Lungo i muri del chiostro meridionale sono collocate epigrafi del XV e del XVI secolo e parte di un castello per campane proveniente dal campanile del Duomo di Crema.